Le micosi sono classificate secondo il livello dei tessuti organici inizialmente colpiti:
- micosi superficiali – limitate allo strato superficiale della pelle e dei capelli.
- micosi cutanee – estese all’interno dell’epidermide, come pure affezioni invasive ai capelli e alle unghie. A differenza delle micosi superficiali, può esser evocata la risposta immunitaria, con cambiamenti patologici negli strati profondi della cute. Gli organismi che causano queste malattie sono chiamati dermatofiti. Le patologie derivanti sono chiamate spesso tricofizie o tigna. Le micosi cutanee sono causate dai funghi Microsporum, Tricophyton, ed Epidermophyton, i quali comprendono 41 specie.
- micosi sottocutanee – colpiscono il derma, tessuto sottocutaneo(o definito anche ipoderma), muscoli e fascia. Queste infezioni sono croniche e possono iniziare da tagli della pelle, che permettono ai funghi di penetrare. Sono micosi difficili da curare e possono richiedere interventi chirurgici. Le forme si chiamano cromomicosi, entomoftoromicosi, feoifomicosi, lobomicosi e sporotricosi.
micosi sistemiche dovute da patogeni primari – originate primariamente nei polmoni e possono diffondersi a molti organi. Gli organismi che causano le micosi sistemiche sono tipicamente virulenti. - micosi sistemiche dovute a patogeni opportunistici – sono infezioni di pazienti con deficienze immunitarie che altrimenti non sarebbero colpite. Esempi d’immuno-deficienza comprendono AIDS, l’alterazione della flora batterica a causa di antibiotici, terapia immunosoppressiva e cancro metastatizzato. Esempi di micosi opportunistiche includono la candidosi, criptococcosi e aspergillosi.
DERMATOFITOSI
La dermatofitosi è una infezione micotica superficiale della cute, causata dalle specie di dermatofiti Microsporum, Epidermophyton o Tricophyton in grado di parassitare esclusivamente strutture morte, ricche di materiale cheratinico (strato corneo, peli, unghie).
La trasmissione avviene, in genere, tra persona e persona o da animale a persona. Verosimilmente gli animali domestici non sono i soli responsabili (gatto, cane, coniglio, topo e bovini).
Al tronco e agli arti possono essere interessati i bulbi piliferi: in tal caso è comunemente chiamata tricofizia.
La dermatofizia è caratterizzata da placche squamose ovali o rotonde, con bordi leggermente rilevati e tendenza alla risoluzione al centro.
Nel piede si formano piccole vescicole, fissurazioni, prurito, desquamazione e spesso sopravviene un’infezione batterica (il cosiddetto “piede d’atleta”).
La terapia comprende l’utilizzo di agenti antifungini topici, come il clotrimazolo, il sertaconazolo e l’acido undecilenico, o di griseofulvina, fluconazolo o itraconazolo per via orale. Le lesioni ungueali del piede e della mano sono poco sensibili al trattamento topico.
TINEA PEDIS
Il Piede d’atleta o Tinea Pedis è una micosi causata da un fungo microscopico dermatofitico detto Trichophyton o anche altri tipi di funghi del genere Epidermophyton che si localizzano inizialmente tra le dita della pianta del piede.
È frequente soprattutto d’estate, quando il caldo favorisce la macerazione della pelle, rendendola indifesa dagli attacchi. Il contagio avviene per contatto con il terreno (tipicamente in piscina o in luoghi umidi), usando calzature indossate da altri o con altre persone.
L’infezione causa alcuni sintomi (inizialmente può essere anche asintomatica) e difficoltà a calzare le scarpe e può estendersi alle unghie, che appaiono inspessite e distrofiche.
Il paziente ha prurito, o sensazione di bruciore o di tensione tra le dita della pianta del piede.
Si tratta di un’infezione che non può guarire da sola. Il più delle volte, comunque, è sufficiente un prodotto reperibile in farmacia. La terapia prevede uso di creme antifungine, ma più efficace è un intervento sistemico che provoca la guarigione nella maggior parte dei casi con un trattamento di 7-10 giorni. La terapia sistemica (i livelli ematici dei principi attivi restano elevati anche dopo la sospensione) evita il prolungamento delle cure necessario con i rimedi topici.
È cosigliabile proseguire con il trattamento ancora per almeno una settimana dopo la scomparsa dei sintomi per evitare che il disturbo si ripresenti. Infatti il fungo può continuare a persistere nelle unghie o nei capi e comunque bisogna sempre evitare di tenere i piedi nell’umido e quindi asciugarli sempre bene.
ONICOMICOSI
L’onicomicosi è una patologia della lamina ungueale. Si tratta di una forma di onicopatia derivante dall’azione di un fungo patogeno. Per una corretta diagnosi spesso è necessario un semplice esame clinico, mentre nei casi dubbi è utile effettuare esami specifici quali l’esame micologico a fresco con KOH (speciale colorazione che permette l’osservazione di ife fungine al microscopio ottico) oppure l’esame colturale per la ricerca di miceti in coltura, perché la patologia può essere facilmente confusa con altre malattie.
La tipologia si basa principalmente su come appare la lamina nel soggetto:
- Distale – Laterale
- Subungueale prossimale
- Totale: quasi sempre costituisce la fase finale di una delle precedenti.
I sintomi presentano onicolisi, cambiamenti cromatici, onicomadesi.
Gli agenti patogeni che comportano l’insorgenza della onicomicosi sono molteplici e vari: Varie forme del Trichophyton (rubrum, interdigitale, ecc), Epidermophyton floccosum, ma anche muffe e Candida albicans.
Il trattamento prevede l’uso di farmaci specifici quali antimicotici, fra cui terbinafina, ketoconazolo, itraconazolo, fluconazolo e ciclopiroxolamina.
La somministrazione di tali principi attivi per via orale deve essere protratta di solito per un arco temporale piuttosto ampio (9 – 12 settimane consecutive).